L’ arte di non avere senso
Benvenuti nel circo dell’assurdo, dove il Dadaismo regna sovrano.
Questo movimento artistico e culturale ha avuto origine durante e dopo la Prima Guerra Mondiale, tra il millenovecento sedici e il millenovecento ventuno.
Immaginate un gruppo di artisti che, in piena guerra, decidono che il mondo ha bisogno di meno razionalità e più nonsense.
E così, a Zurigo, in Svizzera, nasce il Dadaismo, un movimento che prende il nome da un cavallo a dondolo o forse da un coltello da cucina, nessuno lo sa per certo, perché in fondo, chi se ne importa?
Il Dadaismo è come una festa in maschera dove tutti sono invitati, ma nessuno sa perché.
Gli artisti dadaisti si divertono a mescolare poesia, musica, danza e performance assurde, tutto condito con un pizzico di anarchia e una spruzzata di provocazione.
Il loro motto? “Dada non significa nulla”, che è un ottimo modo per non essere fraintesi…
DA DADADA DADADA’ DADAISMOOOO (x3)
Il surrealismo
Un viaggio oltre la realtà
No No No No Noia No
Niente più razionalità
Sfidiamo le convenzioni
Entriamo in movimento senza limitazioni
Perdiamoci in un labirinto di meraviglie
Lasciamo il dadaismo tra le vecchie ciniglie
Po Po Po Po Portami lontano, in un mondo fantastico
In un universo parallelistico
Dove tutto è possibile e nulla è come sembra
Scendi negli angoli più scuri dove c’è la luce
Do Do Do Do Dove la scrittura diventa automatica
gli orologi colano, i manichini si consolano e le pipe, l’identità si negano
Breton, Ernst, Mirò, Dalì, Magritte, De Chirico, e Freud a fare da nocchiero
una manciata di anni trenta per amarsi e poi lasciarsi.
L’ arte di far sembrare profondo il superficiale…. Waw Pow Wosc Wiiz, Pop! Bang! Pow Wosch Wiiz, Pop! Pop Pop Pop.
Sei arrivata alla fine degli anni Cinquanta, tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti in un mondo in cui l’ordinario aveva voglia di mettersi i lustrini.
Ti hanno chiamata Pop Art perché sei facile da capire??
Andy Warhol, il tuo profeta serigrafico,
Ha elevato la zuppa Campbell a icona culturale,
Ha dimostrato che anche una lattina di pomodoro diventa arte se la ripeti un sacco di volte…
Lichtenstein, con i suoi fumetti ingranditi, ha mostrato che un “Bang!” e un “Pow!” diventano capolavori se li appendi a un muro!
Waw Pow Wosc Wiiz, Pop! Bang! Pow Wosch Wiiz, Pop! Pop Pop Pop.
Sei la Pop Art e ci fai la tua domanda: “è arte o è solo pubblicità?”
Ma forse, in questo consumismo sfrenato la vera domanda è: “C’è davvero una differenza?”
Ma Ricordiamoci che tu, mia cara Pop Art, pensi che nella vita tutto sia effimero, tranne, sia pure per pochi minuti, essere popolari.
Waw Pow Wosc Wiiz, Pop! Bang! (x1)
Era la fine del 1967 e volevamo l’arte povera! Così Celant scrisse gli Appunti per una Guerriglia!
Eravamo tanti e nemmeno lo sapevamo, tutti artisti insofferenti dei confini,
Tutti stanchi che l’uomo non sia più al centro, ma racchiuso dentro, e guai a chi esce fuori!
Brontola, protesta, proponi ma senza uscire dalle regole del gioco…Siamo artisti che vogliono creare liberi non per fare ciò che si aspettano da te.
“Io sono io” e faccio l’arte come voglio, Kounellis stacca una rosa dal quadro, “Io sono io” e faccio l’arte con quello che voglio, Pistoletto fa letti di legno che gridano affamati!
“Io sono io” e faccio l’arte come voglio, Boetti fa arazzi colorati che odorano d’oriente.
“Io sono io” e faccio l’arte con quello che voglio, ferro, legno, carbone, cotone e persino un pappagallo.
Usiamo tutto quello che ci pare! Nessuno ci deve dire cosa creare!
Perché c’è una guerriglia da fare! Usiamo tutto quello che ci pare! Nessuno ci deve dire cosa creare! Perché c’è una guerriglia da fare!
Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Gilberto Zorio e altri ancora…
Quanti uomini!
Ma a te Marisa, nessuno ti ha spaventato, alla fine uno te lo sei anche sposato…Eri Maria Luisa Truccato, ma se cerchi trovi Marisa Merz, hai scritto testuale:
“A me non interessa né il potere né la carriera, mi interessano soltanto io e il mondo. Posso fare poco. Pochissimo”
E invece hai fatto tanto…tantissimo
L’arte povera è ancora qui! Io sono io e faccio l’arte come voglio, io sono io e faccio l’arte con quello che voglio, Io sono io e faccio l’arte come voglio,
E ora alzatevi dal letto e gridate che volete pane e rose! (x2)